C’è un modo di fare shopping in modo consapevole, sopratutto adesso che i saldi sono FINALMENTE COMINCIATI!? La risposta è sì e si chiama moda etica.
Quando i prezzi si abbassano, diventa davvero facile comprare di tutto e di più. Trovandoci tutti nella stessa barca, ho deciso di scrivere questo articolo per spostare l’attenzione dall’accessibilità economica al VALORE (ambientale e sociale) di ciò che acquistiamo.
Ho lavorato in un negozio di abbigliamento per 6 mesi ed ho potuto vedere molte delle sfumature (positive e negative) del mondo della moda.
Proprio a partire da questa (breve) esperienza lavorativa ho cominciato a farmi delle domande ed a cercare delle soluzioni per fare shopping responsabile, guidato da valori etici ed ambientali, tipici della social economy.
Ma prendere consapevolezza di ciò che si acquista, dalla qualità delle materie prime, all’impatto della produzione sul pianeta ed al trattamento dei lavoratori stessi, non è così facile. Internet è sicuramente d’aiuto e nuove marche di moda etica si stanno diffondendo in tutto il mondo. Molte delle risposte alle mie domande le ho trovate soprattutto nel libro Wear No Evil: how to change the world with your wardrobe di Greta Eagan (2014) grazie al quale ho scoperto un modo facile per rivedere il mio guardaroba!
16 indicatori per fare acquisti responsabili
Da quando ho cominciato a lavorare in un negozio di abbigliamento ho iniziato a farmi molte domande su quello che vendendo:
Da dove viene la materia prima? Come viene lavorata e trattata? Vengono utilizzati componenti chimici durante il processo di produzione/colorazione? E ancora, L’azienda rispetta e tutela i suoi lavoratori? Promuove lo sviluppo economico locale? Gli scarti come vengono utilizzati? C’è una politica di sviluppo sostenibile? Se sì, come viene perseguita?
Bè insomma, dopo un buon tempo passato ad informarmi, leggendo report e ranking di valutazione internazionali ho cominciato a chiarirmi le idee su che cosa fosse la moda etica.
Non molto tempo fa ho letto del metodo creato dall’autrice Greta Eagan, basato su quello che lei nomina l'”Integrity Index“. Questo indice ci permette di identificare facilemente le tematiche e problematiche che più ci interessano: partendo da ciò che ci sta a cuore, siamo naturalmente disposti a fare qualcosa.
Questo indice è costituito da 16 indicatori:
1. Coloranti naturali ed a basso impatto: di che colore è? (Natural and Low-Impact Dyeing: What Color is it?)
2. Fibre naturali: di cosa è fatto? (Natural Fibre: What’s it made of?)
3. Biologico: com’è cresciuto? (Organic: How is it grown?)
4. Mercato Equo: chi lo produce? (Fair Trade: Who makes it?)
5. Riciclo: cos’era pima? (REcycled and Upcycled: Was it ever something else?)
6. Locale: dov’è stato prodotto? (Local: Was it made nearby?)
7. Sociale: che causa sostiene? (Social: what does it stand for?)
8. Zero rifiuti: quali scarti vengono lasciati da parte? (Zero Waste: What was left behind?)
9. Moda “lenta”: quanta riflessione c’è dietro? (Slow Fashion: How much thought was put into it?)
10. Vegan: è rispettoso degli animali? (Vegan: Is it animal-friendly?)
11. Impronta idrica: quanto è assetato? (Water Footprint: How thirsty is it?)
12. Trasparenza: quanto ci stanno dicendo? (Transparency: How much are they telling me?)
13. Ciclo di vita: che cosa succede quando non mi serve più? (Cradle to Cradle: What happens when I’m done with it?)
14. Convertibile: che cosa posso farci ancora? (Convertible: WHat else can it do?)
15. Usato: chi altro lo indosserà? (Secondhand: Who else wore it?)
16. Stile: quanto è carino? (Style: how sweet is it?)
Adesso è tempo di passare all’azione! Come applico la moda etica alla vita di tutti i giorni?
Come diventare un cliente più responsabile
Step n.1
E’ il momento di definire il TUO “INTEGRITY INDEX”: quali, tra questi 16 indicatori, senti maggiormente tuoi?
Scegline quattro o cinque.
Ecco un esempio:
1- STYLE (secondo l’autrice è “obbligatorio” per tutti);
2. Natural Fibers;
3. Social;
4. Fair Trade;
5. Recycled & Upcycled.
Step n.2
Una volta scelti i propri indicatori, si può creare il diagramma a diamante (Diamond Diagram): si tratta di un disegno a forma di diamante, costituito dunque di quattro basi.
Ad ogni base corrisponde un indicatore.
La base “madre” sarà sempre lo STILE, il punto da cui ognuno deve partire (secondo l’autrice). Le altre basi sono più flessibili e variano a seconda degli indicatori scelti.
L’obiettivo è quello di passare per più basi possibili ad ogni acquisto. Ogni base raggiunta è un passo verso un armadio più responsabile!
A seconda di quante basi vengono soddisfatte, si raggiunge un livello diverso:
1. Livello 1 (prima base) = Eco-Citizen (Eco-Cittadino);
2. Livello 2 (seconda base) = Eco-Warrior (Eco-Guerriero)
3. Livello 3 (terza base) = Eco-Guru
Ammetto che riempire tutte e quattro le basi non è proprio così scontato. Tuttavia sono sicura che ognuno di noi possa soddisfarne almeno una o due!
Riprendo gli indicatori dell’esempio per farvi capire un po’ meglio come far rientrare i miei ultimi due acquisti nel diamante:
• Scarpe TOMS: 2 basi
(1) STYLE &
(2) SOCIAL = un paio acquistato è un paio donato/una persona aiutata (= modello one for one);
• Scarpe PERUS: 4 basi
(1) STYLE,
(2) SOCIAL = 1 paio acquistato corrisponde ad 1 giorno di scuola donato ad un bambino a Cuzco,
(3) FAIR TRADE = rispetto dei lavoratori &
(4) NATURAL FIBERS = utilizzo di fibre naturali (lana e cotone) locali;
Provateci anche voi e fatemi sapere com’è andata!
Per saperne di più sulla moda etica
- Sustainable Fashion Directory: l’enciclopedia della moda etica
- Fashion Revolution: movimento internazionale di promozione della moda etica
- Libro – Wear No Evil: how to change the world with your wardrobe (Greta Eagan, 2014);
- Centre for Sustainable Fashion: Centro di ricerca sulla moda etica (Londra)
- Estratti dall’articolo originale in Inglese (Blog “What Can I Do”)