Gli errori da non fare quando racconti storie di impatto

Raccontare storie di cambiamento è il nostro pane quotidiano, ma quanti di noi inciampano ancora in trappole narrative banali? Ecco i sette “scivoloni” più classici — e come evitarli con stile e sostanza.

1. Raccontare senza numeri è come suonare senza strumenti

“Abbiamo aiutato tantissime persone!”
Bella frase… ma poi? Se non ci metti numeri, è solo fumo negli occhi.
Fai così: accosta a ogni aneddoto un dato concreto (“In sei mesi abbiamo recuperato 5 t di rifiuti!”) e trasformalo in un grafico facile da digerire.

2. L’effetto supereroe annoia

“Noi siamo i paladini del cambiamento!”
Capisco il senso di orgoglio, ma il pubblico vuole sentire la voce delle comunità, non il nostro ego.
Fai così: lascia parlare chi hai aiutato: testimonianze brevi, citazioni autentiche, volti veri.

3. Emozioni… sì, ma con moderazione

Immagini strappalacrime + frasi drammatiche = click? Forse. Engagement reale? Meh.
Fai così: alterna emozione e contesto: “Giovanna aveva perso il lavoro, ma grazie al nostro corso ha trovato nuova fiducia: ecco i 3 passi che ha seguito.”

4. CTA latitanti: il peccato capitale

“Grazie per averci letto.”
E ora? Il lettore resta in pantofole.
Fai così: chiudi sempre con un invito magnetico: “Scarica la guida gratuita”, “Iscriviti al prossimo webinar”, “Diventa volontario oggi stesso”.

5. Tono e grafica a braccetto

Linguaggio serioso + colori fluo = dissonanza totale.
Coerenza è la chiave.
Fai così: definisci un tone of voice (amichevole, empatico, informativo) e una palette grafica che “parlino” la stessa lingua.

6. ONG in primo piano? No, grazie

“La nostra onlus in prima linea…”
Togli il “noi”: la storia è dei protagonisti, non del logo.
Fai così: concentra testi e immagini sui beneficiari: mostrali mentre agiscono, non mentre applaudono a noi.

7. Monologhi chilometrici

Paragrafi senza interruzioni? Gli utenti scrollano… e spariscono.
Fai così: usa titoletti, bullet point, “pillole” di racconto: ogni paragrafo dev’essere uno snapshot facile da condividere.

Esempio “prima & dopo”

Prima (tragico) Dopo (efficace)
“La nostra ONG ha cambiato la vita di 1.000 bambini in un anno.” “In 12 mesi, 1.000 bambini hanno migliorato la nutrizione del 30%: scopri i tre segreti di questa svolta.”

 

Piccolo vademecum di strumenti

  • Canva Pro: template ready-to-go

  • Piktochart: grafici che non fanno sbadigliare

  • Typeform: raccogli storie “raw” dai protagonisti

  • Lumen5: trasforma il tuo racconto in video-snack


Ricorda: la tua storia deve emozionare, informare e spingere all’azione — in quest’ordine. Se segui questi consigli, ogni tuo post sarà un piccolo capolavoro di engagement… e un grande passo verso l’impatto concreto!

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