Polizze catastrofali obbligatorie: devono preoccuparsi anche gli enti del Terzo Settore?

Polizze catastrofali obbligatorie

Nel variegato e spesso caotico panorama normativo italiano, ogni tanto spunta una novità che accende dubbi, telefonate al commercialista e lunghe discussioni nei gruppi WhatsApp delle associazioni. È il caso dell’obbligo di stipulare polizze assicurative contro i danni da calamità naturali, introdotto dal Decreto Anticipi (DL 145/2023, art. 24, convertito nella Legge 191/2023), che ha fatto sobbalzare più di un responsabile amministrativo del Terzo Settore.

L’obbligo esiste davvero?

Sì. Ma non per tutti.

Il decreto prevede che le imprese debbano stipulare, entro scadenze differenziate, una copertura assicurativa per proteggersi da eventi come terremoti, alluvioni, frane, incendi. Ecco le nuove date:

  • Grandi imprese: 1° aprile 2025 (con 90 giorni di tolleranza).
  • Medie imprese: 1° ottobre 2025.
  • Micro e piccole imprese: 1° gennaio 2026.

E le sanzioni?

Non sono ancora state definite, ma il decreto prevede che un apposito provvedimento del MIMIT stabilisca le sanzioni per inadempienza. Tra le ipotesi in discussione: multe, esclusione da bandi pubblici o limitazioni nell’accesso a fondi.

E il Terzo Settore? Tutti coinvolti?

No. Ma attenzione.

Secondo il chiarimento del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), l’obbligo riguarda esclusivamente i soggetti iscritti nel Registro delle Imprese. Questo esclude la maggior parte delle associazioni e fondazioni, anche se iscritte al RUNTS o al REA.

Chi è obbligato, quindi?

  • Sì, obbligata: una cooperativa sociale o un’impresa sociale iscritta al Registro delle Imprese.
  • No, non obbligata: un’associazione culturale iscritta solo al RUNTS e non al Registro delle Imprese.

Esempio concreto

La cooperativa sociale “X”, con dipendenti, immobili e attività economica, è iscritta al Registro delle Imprese. Deve adeguarsi entro il 1° gennaio 2026.

L’associazione “Y”, che organizza eventi teatrali con volontari in una sala concessa dal Comune, non è obbligata, ma potrebbe dover stipulare comunque una polizza se il Comune lo richiede per l’uso dello spazio.

Rischi crescenti, coperture assenti

Secondo l’ISPRA, nel 2022 il 94% dei Comuni italiani era esposto a rischio idrogeologico. L’ANIA, nel suo ultimo report, segnala un +35% di richieste di risarcimento per danni da eventi naturali negli ultimi 5 anni. Anche se l’obbligo non vi riguarda, l’opportunità di una copertura dovrebbe farvi riflettere seriamente.

Quanto costa una polizza?

Il costo dipende da:

  • Ubicazione geografica (una sede a Genova non è come una a Pavia).
  • Valore dei beni da assicurare.
  • Attività svolte e rischio connesso.

Per piccole realtà si parla spesso di qualche centinaio di euro all’anno, ma è sempre bene richiedere più preventivi e confrontare.

Cosa dicono le associazioni di categoria?

Il Forum Nazionale del Terzo Settore ha chiesto chiarimenti ufficiali. CSVnet, AICCON e Confcooperative Sociali stanno diffondendo materiali informativi.
Alcuni CSV locali hanno realizzato schede pratiche utili. Ad esempio:

📎 CSV Biella-Vercelli – Scheda obbligo polizze catastrofali
📎 Chiarimento MIMIT – Nota ufficiale (fonte Uneba)

In punti da tenere a mente

  • Obbligo solo per ETS iscritti al Registro delle Imprese (es. cooperative sociali, imprese sociali).
  • Nessun obbligo per associazioni/fondazioni non iscritte, ma attenzione alle richieste dei Comuni.
  • Sanzioni in arrivo con decreto attuativo: potrebbero essere economiche o escludere da fondi pubblici.
  • I rischi ambientali aumentano: anche chi non è obbligato dovrebbe valutare una polizza.
  • Costo variabile: richiedere preventivi è il primo passo per proteggere l’ente.

 

Il primo passo da fare è verificare con attenzione se la vostra organizzazione risulta iscritta al Registro delle Imprese: da questo dettaglio dipende tutto. Anche se non siete formalmente obbligati, vale comunque la pena richiedere un preventivo a un’assicurazione per capire i costi di una copertura contro eventi catastrofali: meglio valutare oggi che trovarsi scoperti domani. Non esitate a confrontarvi con il vostro CSV di riferimento o con un consulente di fiducia per chiarire ogni dubbio e impostare la strategia più adatta alla vostra realtà. Perché, ricordiamolo, i disastri naturali non guardano la forma giuridica dell’ente: colpiscono senza fare distinzioni.

Lascia un commento

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.