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Papa Francesco ci ha lasciati il 21 aprile 2025. Con lui, non se ne va solo il leader spirituale di oltre un miliardo di cattolici nel mondo, ma anche una delle voci più forti e coerenti a favore degli ultimi, dei dimenticati, di chi ogni giorno lavora per costruire un mondo più giusto. In questo momento di riflessione collettiva, vale la pena soffermarsi su quanto il suo pontificato abbia inciso sul pensiero e sull’azione del Terzo Settore.
Fin dall’inizio, Jorge Mario Bergoglio ha scelto di rompere con i formalismi, mettendo al centro della sua missione pastorale un principio semplice ma rivoluzionario: la solidarietà è responsabilità di tutti, e non può essere delegata. Questa idea ha trovato un terreno fertile nel mondo del non profit, dove migliaia di realtà, in Italia e nel mondo, si sono sentite incoraggiate, legittimate, a volte persino guidate dalle sue parole.
Papa Francesco ha più volte ribadito l’urgenza di una Chiesa “in uscita”, che non rimane chiusa nei palazzi, ma che cammina tra la gente, soprattutto tra chi soffre. Questo stesso slancio ha ispirato moltissime organizzazioni del Terzo Settore a rafforzare la propria presenza nei contesti di marginalità, nei territori periferici, nelle situazioni di emergenza. Non si tratta solo di ispirazione spirituale, ma di un chiaro invito all’azione, che ha attraversato laico e religioso, pubblico e privato, volontari e operatori.
L’economia che serve: giusta, sostenibile, inclusiva
Un altro fronte centrale è quello economico. Papa Francesco ha criticato con fermezza l’attuale modello di sviluppo, definendolo più volte “disumano” e “indifferente ai poveri”. Ma non si è limitato a denunciare. Ha promosso l’Economy of Francesco, un movimento internazionale che ha coinvolto migliaia di giovani economisti, imprenditori sociali, innovatori. Un invito concreto a ripensare l’economia mettendo al centro le persone, la cura del creato, la dignità del lavoro.
Questi messaggi sono risuonati forti anche nel Terzo Settore italiano, dove tante cooperative sociali, fondazioni, ONG e imprese benefit lavorano ogni giorno proprio per costruire un’economia più equa, solidale e sostenibile. Le sue parole hanno dato voce a una visione alternativa, dove il profitto non è mai fine a sé stesso.
Fratelli tutti, la sua enciclica del 2020, è diventata in pochi anni un punto di riferimento per chiunque si occupi di coesione sociale, lotta alle disuguaglianze, dialogo tra culture. Non è un testo solo per teologi o addetti ai lavori, ma una guida concreta per chi opera nel sociale, dai volontari delle parrocchie alle grandi ONG internazionali. In quelle pagine si ritrovano concetti che il Terzo Settore vive ogni giorno: prossimità, fraternità, ascolto, pazienza, cooperazione.
Il valore del volontariato e della gratuità
“Non si può vivere senza fare del bene” – diceva spesso Papa Francesco. La sua stima per il volontariato è sempre stata chiara, così come la sua attenzione alla gratuità come stile di vita. Ha incontrato centinaia di operatori sociali, ha fatto visita a mense, carceri, comunità terapeutiche. Ma soprattutto ha mostrato, con gesti semplici, cosa significa servire senza aspettarsi nulla in cambio. In questo, è stato vicino a milioni di volontari che, spesso lontano dai riflettori, costruiscono ogni giorno reti di cura, accoglienza e speranza.
Una voce che resterà
L’eredità di Papa Francesco al Terzo Settore non è fatta solo di discorsi. È fatta di alleanze, di parole che hanno incoraggiato, di ponti gettati tra mondi diversi. Ha aiutato a dare legittimità a temi e soggetti che per anni sono stati ai margini. Ha sostenuto la centralità delle persone, soprattutto quelle fragili, in ogni azione sociale.
E mentre il mondo riflette sulla sua figura, chi lavora nel sociale sa che quella voce resta. Resta nel modo in cui oggi pensiamo all’economia, alla cooperazione, alla dignità umana. Resta ogni volta che, come diceva lui, “guardiamo negli occhi chi soffre e decidiamo di non voltare lo sguardo altrove”.
CITAZIONI DI PAPA FRANCESCO «L’economia non può più ricorrere a rimedi che sono un nuovo veleno, come quando si pretende di aumentare la redditività riducendo il mercato del lavoro.» «O cambiamo il sistema, oppure finiremo tutti sottoterra. Perché un’economia che uccide, che esclude, che distrugge la Madre Terra, ci porta alla rovina.» «Senza lavoro dignitoso e ben remunerato i giovani non diventano mai veramente adulti, le disuguaglianze aumentano e le società si indeboliscono.» «Le periferie esistono perché al centro c’è troppo. Il benessere di pochi ha generato l’esclusione di molti.» «Voi siete artigiani di misericordia: con le vostre mani, con i vostri occhi, con il vostro ascolto, con la vostra vicinanza, con le vostre carezze… artigiani!» «Non si può parlare di sviluppo sostenibile senza solidarietà. Il vero sviluppo mette al centro la dignità di ogni persona.» «Scartare cibo è come rubarlo alla tavola di chi è povero. Ma oggi non scartiamo solo oggetti o alimenti: scartiamo persone.» |