Quattro giorni di aiuti non possono fermare la fame. Serve un accesso umanitario immediato, massiccio e senza restrizioni.
È questo il messaggio urgente che arriva da Azione Contro la Fame, una delle principali organizzazioni internazionali impegnate contro la malnutrizione, con oltre vent’anni di presenza diretta nella Striscia di Gaza.
“Gli aiuti sono praticamente nulli”
Dall’inizio della crisi, il flusso di aiuti che riesce a entrare a Gaza rimane ai minimi storici. Oggi, nonostante i piccoli passi avanti, le quantità di cibo, acqua e farmaci che raggiungono la popolazione sono del tutto insufficienti per rispondere a un’emergenza che coinvolge oltre due milioni di persone.
Natalia Anguera, responsabile delle attività in Medio Oriente per Azione Contro la Fame, è chiara:
“Abbiamo cibo pronto per migliaia di famiglie, stoccato in Giordania, ma non riusciamo a farlo entrare a Gaza per via delle restrizioni. Gli aiuti che passano sono destinati solo a panifici, alimenti per l’infanzia e cucine comunitarie. Ma le scorte stanno finendo e le modalità di distribuzione cambiano di giorno in giorno”.
A peggiorare il quadro è l’assedio che impedisce l’accesso ai beni essenziali: fornitori locali senza più scorte, mezzi e sicurezza per portare avanti anche le azioni di base.
“Distribuire pasti caldi sarà possibile ancora per pochissimo – forse due o tre giorni – ma tutto dipende dalla disponibilità di cibo”, aggiunge Anguera.
La richiesta: cessate il fuoco immediato e corridoi umanitari sicuri
Azione Contro la Fame lancia un appello forte e diretto:
- cessate il fuoco immediato
- apertura di tutti i punti di accesso
- protezione della popolazione civile e del personale umanitario
Solo così sarà possibile garantire aiuti dignitosi, rapidi e senza discriminazioni, secondo i principi umanitari di neutralità, indipendenza e libero accesso, come richiesto anche dalle Nazioni Unite.
Oltre l’emergenza: il modello umanitario che funziona
Nonostante le difficoltà, Azione Contro la Fame ribadisce la validità di un modello coordinato dagli organismi internazionali. Grazie a questa esperienza, solo nell’ultimo anno l’organizzazione ha raggiunto oltre un milione di persone a Gaza con cibo, acqua e assistenza nutrizionale. Ma oggi la situazione rischia di precipitare ogni giorno di più.
“Ogni giorno di ritardo aggrava la fame e avvicina Gaza alla carestia. Non possiamo accettare che gli aiuti restino bloccati mentre milioni di persone – bambini compresi – vedono la propria vita minacciata”, avverte ancora Anguera.
L’appello di Passione Non Profit
Come spesso ricordiamo anche qui su Passione Non Profit, le crisi umanitarie non sono mai lontane da noi. Ci riguardano come cittadini e come comunità che crede nella dignità, nell’azione concreta e nella solidarietà internazionale.
In momenti come questi, fare pressione, informare, sostenere chi porta aiuti, e ricordare il valore dell’azione umanitaria è essenziale.
La fame non aspetta. E neanche la pace.
Per approfondire e sostenere l’azione di Azione Contro la Fame:
www.azionecontrolafame.it