“Rispetto per chi soccorre, rispetto per chi soffre, rispetto per chi muore”. Così l’Unicef dall’account ufficiale di Twitter, in risposta alle polemiche degli ultimi giorni sul ruolo delle organizzazioni non governative nell’aiuto ai migranti in mare.
È da una settimana, infatti, che l’argomento tiene banco, a causa delle accuse mosse alle organizzazioni che operano nel Mediterraneo, definite “taxi per migranti”. Ma cosa sono, veramente, le Ong?
#Rispetto per chi soccorre#Rispetto per chi soffre#Rispetto per chi muore
Nessun rispetto per chi infanga pic.twitter.com/w9oJvvK2wU— UNICEF Italia (@UNICEF_Italia) 28 aprile 2017
Cosa sono le Ong – significato
Si tratta di Organizzazioni Non Governative che che operano in modo indipendente dal governo, per perseguire scopi di utilità sociale o cause politiche. In altri termini, sono degli enti non profit che operano principalmente nel settore della cooperazione allo sviluppo.
Può trattarsi di associazioni su base volontaria o di organizzazioni di grandi dimensioni e strutturate gerarchicamente.
Più nel dettaglio, le Ong devono rispondere a tre requisiti:
- sono enti privati;
- sono non profit;
- hanno una mission solidaristica.
La Banca Mondiale le ha divise, indipendentemente dall’area di intervento, in due macro categorie.
- Le Ong operative, che lavorano direttamente sul campo per perseguire progetti e attività in linea con la propria mission. La categoria che è finita al centro del dibattito pubblico degli ultimi giorni.
- Ong di settore, le quali si fanno portavoce di cause precise. Quest’ultime, spesso, ricoprono il ruolo di advocacy e contrapposizione critica dei governi.
Gli ambiti di intervento possono variare molto: difesa dei diritti umani, tutela dell’ambiente o inclusione di gruppi socialmente deboli. In ogni caso, le organizzazioni svolgono il loro lavoro in maniera indipendente dalle istituzioni, dai governi nazionali e dagli organi sovranazionali. Il rapporto con le istituzioni, tuttavia, può essere di collaborazione e cooperazione. La sinergia creata con Mare Nostrum e Triton, tra governo italiano e organizzazioni, ne è un esempio.
Quindi sono organi al di sopra della legge? Assolutamente no!
Indipendenza e autonomia, non vanno confuse con mancanza di regolamentazione. In Italia, ad esempio, devono essere riconosciute dal Ministero degli Esteri. Solamente le organizzazioni che ricevono l’attestato di idoneità, dunque, possono svolgere la loro attività e partecipare a bandi e progetti.
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Raccolta fondi e ricadute economiche
La gestione delle risorse finanziarie è spesso un altro argomento che genera discussione e polemiche. La domanda più frequente che viene posta è: dove reperiscono i fondi, le Ong?
Sintetizzando, possiamo rispondere che i canali principali sono 3:
- agenzie internazionali;
- finanziamenti governativi;
- raccolta fondi.
In Italia, negli ultimi anni, le organizzazioni ricorrono sempre meno all’utilizzo di fondi pubblici. Questo a causa della crescente riduzione di risorse stanziate per i progetti.
Una ricerca condotta da Open Cooperazione, relativa al 2015 e ad un campione di 92 Ong, ha evidenziato che quasi la metà delle risorse deriva dalle donazioni e, in generale, dall’attività di fundraising.
Occupazione nelle Ong
Spesso, nel dibattito pubblico, si sottovaluta anche l’incidenza che le Ong hanno sul nostro mercato del lavoro. Eppure, le ricadute economiche delle organizzazioni non governative, impiegate in attività di cooperazione internazionale, riguardano anche questo aspetto.
Sempre secondo la ricerca condotta da Open Cooperazione, prendendo in considerazione le 92 Ong analizzate, gli impiegati superano le 16mila unità, oltre agli 80mila volontari (al 2017 sono circa 230 le ONG riconosciute che lavorano in questo settore).
E chiudo quindi ricordando un altro dato troppo spesso sottovalutato: in Italia le organizzazioni non profit (categoria che comprende le Ong) sono oltre 300 mila ed ogni mese mettono a disposizione della comunità 127 milioni di ore di volontariato e la professionalità di quasi 1 milione di lavoratori. Non scordiamolo mai
p.s. Se vuoi sapere quali posizioni lavorative sono aperte nelle ong vai a questo link
vorrei sapere perché save the children non mi manda ogni anno una dichiarazione dei – modesti – soldi che riceve da me ogni mese, in modo che possa detrarre qualcosa dalla dichiarazione dei redditi. Grazie
Manuela Fadda