Fare volontariato ti cambia davvero la vita? Ecco cosa rivela l’ultima ricerca

Fare volontariato ti cambia davvero la vita

Volontariato: competenze, motivazioni e cambiamenti. Cosa ci racconta davvero l’ultima ricerca?

Fare volontariato è molto più di un semplice gesto solidale. È un percorso di crescita personale, professionale e sociale. Ma quali sono davvero le competenze che sviluppiamo quando ci impegniamo in un’attività volontaria? E perché sempre più persone scelgono di dedicare il proprio tempo agli altri?

A queste domande risponde l’ultima indagine “Noi+. Valorizza te stesso, valorizza il volontariato“, promossa da Caritas Italiana e Forum Terzo Settore, in collaborazione con l’Università di Roma Tre. Una ricerca che ha coinvolto circa 10.000 volontari da tutta Italia e che ci offre uno spaccato interessante sul mondo del volontariato oggi.

Le competenze più sviluppate grazie al volontariato

Non è un mistero che il volontariato sia una scuola di vita. Secondo la ricerca, oltre il 50% dei volontari mette in campo “sempre o spesso” almeno 11 diverse soft skills. In particolare, spiccano le competenze sociali: il 92,5% dei volontari sviluppa empatia, comunicazione efficace e capacità di collaborazione. Seguono da vicino la capacità di “apprendere ad apprendere” (86,9%) e le competenze personali (85%), come la gestione delle emozioni e l’adattabilità al cambiamento.

E non è finita qui. Oltre l’80% dei volontari migliora anche le proprie competenze di cittadinanza, ovvero la capacità di agire come cittadini responsabili. In un mondo che ha disperato bisogno di partecipazione civica, non è un risultato da poco, vero?

Meno presenti, invece, le competenze manageriali, imprenditoriali e di gestione del cambiamento. Forse perché, diciamocelo, non si diventa leader solo per il fatto di aiutare: ci vogliono contesti, ruoli e sfide adatte a far emergere queste skill.

Donne protagoniste e giovani in fermento

Interessante anche il dato sul divario di genere: nelle competenze sociali, interculturali e culturali, le donne sono avanti di oltre dieci punti percentuali rispetto agli uomini. Non sorprende, ma ci ricorda quanto il mondo del volontariato sia anche una palestra di empowerment femminile.

E i giovani? I dati parlano chiaro: i volontari tra i 18 e i 30 anni si distinguono per le competenze personali e sociali. Per loro il volontariato è soprattutto un’occasione per mettersi alla prova (+18,2% rispetto alla media) e per arricchire il proprio bagaglio professionale (+17,4%). Meno sentita, invece, l’urgenza di rispondere ai bisogni immediati della società (-10,6%).

In fondo, ogni generazione vive il volontariato in modo diverso. Quello che conta è che oltre il 75% dei giovani volontari afferma che l’esperienza ha cambiato profondamente il loro modo di pensare. Cambiare il mondo partendo da sé stessi: non è forse questa la rivoluzione più potente?

Perché si sceglie di fare volontariato?

Alla base della scelta di diventare volontari c’è, prima di tutto, il desiderio di contribuire alla comunità (87,6%). Ma non solo. Un terzo dei volontari cerca anche un arricchimento professionale (32,1%) o crede fermamente nella causa che sostiene (31,7%). E una parte significativa è mossa dalla volontà di rispondere ai bisogni più urgenti della società (26,7%).

In sintesi: il volontariato è un’esperienza che cambia chi la vive e, nel suo piccolo o nel suo grande, cambia anche la realtà intorno. Non è un semplice passatempo: è un percorso di trasformazione.

E tu, che volontario vuoi essere?

Questa ricerca ci lascia un messaggio forte: il volontariato è una palestra di competenze, di cittadinanza, di cambiamento interiore. Non importa da dove si parte, importa il percorso che si costruisce giorno dopo giorno.

Se ti sei mai chiesto se iniziare a fare volontariato potrebbe cambiare qualcosa nella tua vita, la risposta è semplice: sì, cambierà. Cambierà il tuo modo di vedere il mondo. E, forse, cambierai anche il mondo stesso.

Sei pronto a metterti in gioco?

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