Quando si pronuncia la parola rating il termine viene subito associato ai mercati finanziari e alle valutazioni di merito del credito. Ma esistono altre tipologie di rating che esprimono giudizi sulla “trasparenza e affidabilità” dell’universo non-profit la cui sopravvivenza è legata all’entità delle charity, ovvero delle donazioni economiche e non solo, che riescono a raccogliere attraverso le attività di fundraising. Nella patria dei rating, vale a dire gli Usa, nel 2001 è stata costituita Charity Navigator (www.charitynavigator.org) una società di rating indipendente che nel corso di questi anni è diventata il punto di riferimento per i numerosi donatori americani. Oltre 5mila le associazioni non-profit per le quali è stato espresso un giudizio che si basa sull’analisi dei risultati finanziari e di impiego delle risorse raccolte.
Per valutare ed esprimere i giudizi, che sono forniti gratuitamente, gli analisti di Charity Navigator hanno elaborato un sistema di classificazione che prende in esame i seguenti aspetti: lo stato di “salute finanziaria”, il sistema di contabilità e il livello di trasparenza delle informazioni. Tutti elementi facilmente reperibili dai documenti ufficiali delle varie entità in quanto l’obiettivo è monitorare l’efficienza dell’ente nell’utilizzare i sostegni economici per favorire una maggior trasparenza in un settore che, negli Stati Uniti, ha un potenziale enorme. Per esprimere il rating viene utilizzato il simbolo star con un punteggio massimo totale pari a 70. Charity Navigator ha stabilito alcuni vincoli e limiti per l’elaborazione del rating.
Partendo dall’obiettivo principale, cioè aiutare i singoli donatori, vengono giudicati solo gli enti di beneficenza che dipendono dal sostegno di donatori individuali e sono esclusi quegli enti che ricevono la maggior parte dei loro finanziamenti da contributi pubblici o dagli introiti per i loro programmi e servizi. In sostanza, se il sostegno pubblico è pari a 500mila dollari le entrate totali devono superare il milione di dollari. La valutazione viene fatta poi solo se sono stati redatti i bilanci (negli Usa il non-profit deve redigere il Form 990) negli ultimi quattro anni e sono altresì esclusi gli enti che non hanno sostenuto oneri per la raccolta fondi.
Quali sono allora i parametri utilizzati per misurare l’efficienza finanziaria e stabilire i vari punteggi? In pratica sono analizzati i seguenti aspetti: l’impiego delle risorse per sostenere i programmi, le spese amministrative, i costi del fundraising e l’efficienza del fundraising, ai quali viene poi applicato un singolo punteggio.
Per l’impiego delle risorse raccolte il punteggio viene calcolato solo per coloro che hanno un’incidenza compresa in un range tra il 65% e il 75% del budget in quanto un ammontare inferiore indica che l’ente non sta portando avanti la sua missione. L’entità delle spese amministrative per meritarsi un punteggio elevato deve essere sempre contenuta e, infine, interessante come viene misurata l’efficienza del fundraising. In sostanza viene effettuato un rapporto tra i costi e l’ammontare della raccolta (esempio: spese di raccolta 500mila dollari su un totale di 3,4 milioni di dollari si ottiene un rapporto pari a 0,147 dollari che significa che per ogni 14,7 centesimi spesi per le attività di fundraising viene raccolto un dollaro. Tra le altre informazioni che concorrono a formare il giudizio vi è la dichiarazione dell’ammontare del compenso per il Ceo e del consiglio di amministrazione e come sono stabiliti.
Queste informazioni insieme a numerose altre, come la presenza di amministratori indipendenti, la certificazione da parte di una società di revisione, dovrebbero essere indicati sul documento ufficiale (Form 990) e, in caso contrario, dal punteggio finale vengono dedotti dei punti per ogni mancata informazione.
Tra le varie istituzione americane giudicate da Charity Navigator vi sono anche 254 musei che presentano diverse mission culturali. Dei 254 musei 33 si meritano il rating più elevato, ovvero quattro stelle, 135 sono i musei con rating a tre stelle, 74 con due stelle e 11 con una stella. Tra i musei con il rating più elevato troviamo il Lacma di Los Angeles (dati al giugno 2010) con un punteggio di 65,9 su 70 e con un’efficienza nel fundraising molto elevata: il costo della raccolta è pari a 8 centesimi per ogni dollaro raccolto. Michael Govan, ceo dal 2006, ha percepito nel 2010 uno stipendio di 756.466 dollari, ammontare che presenta un’incidenza pari allo 0,92% del totale delle spese.
Tra i musei che presentano un rating a tre stelle con sede a New York vi è l’American Museum of Natural History con un punteggio di 58,2 e un fundraising efficiency pari a 0,05 dollari e un compenso al presidente pari 687.496 dollari, il Met (score totale 54,93, fundraising efficiency 0,04 dollari) il Mad, Museum Art and Design (score: 57,53 e 0,14 dollari) il MoMa (score: 54,29 penalizzato da un basso rating finanziario 48,61 e un fundraising efficiency pari a 0,18 dollari e il compenso al direttore Glenn D. Lowry pari a 831.681 dollari pari allo 0,43% delle spese) e la fondazione Guggenheim (score: 50,86, debole il rating finanziario e un costo della raccolta pari a 0,12 dollari)