“In tutte le lingue del mondo”: lo stupro in guerra e il femminicidio non conoscono confini

In tutte le lingue del mondo - campagna UN WOMEN ITALY

In tutte le lingue del mondo – campagna UN WOMEN ITALY

Ogni dieci minuti una donna viene uccisa. Ogni ora, due donne e ragazze perdono la vita solo a Gaza. La violenza di genere è un linguaggio universale: nessun Paese è immune. Con queste parole, UN Women Italy lancia una nuova campagna dal titolo potente: “In tutte le lingue del mondo”. L’obiettivo è scuotere le coscienze, raccogliere fondi e dire un deciso basta alla strage silenziosa che ogni giorno colpisce donne e ragazze in tutto il mondo, dall’Italia all’Afghanistan, dalla Striscia di Gaza al Sudan.

Secondo le stime delle Nazioni Unite, sono almeno 736 milioni le donne sopra i 15 anni che hanno subito violenza fisica o sessuale, spesso tra le mura domestiche e per mano di partner o ex. Ma la casa non è l’unico luogo insicuro. Nei contesti di guerra, la violenza diventa arma strategica. Nel solo 2023, oltre 3.700 stupri sono stati verificati dalle Nazioni Unite nei conflitti armati, con un aumento del 50% rispetto all’anno precedente. E questi numeri, per ammissione degli esperti, rappresentano solo la punta dell’iceberg.

I corpi delle donne come campo di battaglia

Nel Sudan, teatro di una delle peggiori crisi umanitarie contemporanee, il corpo delle donne è diventato bersaglio sistematico di violenze, con un drammatico +300% nei casi di stupro e abusi sessuali registrati. Oltre 6 milioni di donne e ragazze sono sfollate, costrette a sopravvivere in condizioni disumane.

In Afghanistan, invece, la violenza si consuma con la cancellazione totale della presenza femminile nella vita pubblica. L’indice di parità di genere afghano è il peggiore al mondo, secondo solo allo Yemen. Matrimoni forzati, delitti d’onore, abolizione delle tutele legali e totale esclusione dall’istruzione e dal lavoro sono la norma, non l’eccezione.

La guerra colpisce anche la salute e la maternità

Il conflitto a Gaza ha mostrato il lato più crudele della guerra sulla salute riproduttiva. Su circa 55mila donne incinte, una su tre affronta gravidanze ad alto rischio, senza strutture sanitarie adeguate né farmaci. I neonati prematuri o sottopeso rappresentano il 20% dei casi.

In Ucraina, UN Women ha documentato 342 casi di violenza sessuale dall’inizio della guerra nel 2022, ma è solo grazie alla forza delle sopravvissute che queste storie emergono dal silenzio.

Perché è ora di agire

L’Italia non è esente. I recenti casi di femminicidio confermano che la violenza di genere non è un problema “altrove”. È qui, tra noi. Eppure solo lo 0,2% degli aiuti allo sviluppo globale è destinato al contrasto della violenza di genere. Una cifra drammaticamente insufficiente.

Per questo UN Women Italy ha lanciato la campagna “In tutte le lingue del mondo”, una chiamata all’azione per sostenere progetti concreti in Italia e nel mondo. Attraverso partnership locali, assistenza umanitaria, supporto psicologico, empowerment economico e formazione, l’agenzia ONU lavora per costruire una società più equa, dove ogni donna possa vivere libera dalla violenza.

Non bastano le parole. Serve un cambiamento culturale

«La violenza contro le donne non è inevitabile. Possiamo prevenirla», afferma Loredana Grimaldi, Head of Fundraising di UN Women Italy. Educazione, prevenzione e coinvolgimento degli uomini sono gli unici strumenti efficaci per un cambiamento duraturo. È questo il cuore del movimento globale HeForShe, promosso anche in Italia dal Comitato di UN Women.

Come sottolinea la presidente Darya Majidi, «eliminare la violenza significa coinvolgere tutta la società, uomini compresi, per costruire insieme un futuro di parità e rispetto». E il momento per agire è adesso.

👉 Scopri la campagna e dona su: https://unwomenitaly.org/

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