Le 60 organizzazioni del Patto scrivono alla presidente del Consiglio per chiedere una revisione dei punti fondamentali della legge
5 febbraio 2024 – Il 25 gennaio il Consiglio dei Ministri ha presentato il decreto legislativo per dare attuazione alla legge 33/2023, ovvero la riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti.
Katia Pinto, presidente di Federazione Alzheimer Italia, commenta così i contenuti del decreto:
“Insieme alle altre 60 organizzazioni del Patto per un Nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza abbiamo seguito fin dal principio l’iter di quella che avrebbe potuto rappresentare una svolta storica per oltre 10 milioni di persone, ovvero i 3 milioni e 800.000 mila anziani non autosufficienti che vivono nel nostro Paese, i loro familiari e i caregiver professionali. Una svolta attesa anche da molte persone con demenza che, seppure non tutte anziane, rappresentano comunque la maggioranza degli anziani non autosufficienti.
Nella sostanza, però, il decreto tradisce il vero spirito della legge. Cancella alcuni punti fondamentali – come l’introduzione di un modello di servizio domiciliare specifico per la condizione di non autosufficienza – e ne rimanda altri, quali la riforma dei servizi residenziali. Introduce un Sistema nazionale per la popolazione anziana non autosufficiente (SNAA), che però riguarda solo i servizi e interventi sociali: una misura che viene quindi svuotata di senso rispetto a quella presente nella legge delega, che prevedeva una programmazione integrata anche con quelli sanitari e monetari. Con la sperimentazione della prestazione universale viene sì introdotto per il prossimo biennio un nuovo aiuto economico, ma questo riguarderà solo over 80 con elevato bisogno assistenziale e ridotte disponibilità economiche: meno di 30.000 persone nel 2025 e neanche 20.000 nel 2026. Tutto questo senza intervenire concretamente sull’indennità di accompagnamento, la misura di supporto più diffusa e allo stesso tempo meno efficace, che necessiterebbe invece di una profonda revisione per diventare realmente utile. Fortunatamente viene mantenuta l’introduzione di una valutazione nazionale unica che permetterà alle persone di rivolgersi a un solo punto – anziché a cinque o sei diversi come avviene ora – all’interno delle Casa della Comunità per accedere a tutti i servizi e i benefici, dall’accompagnamento alla legge 104 all’invalidità civile.
Ancora una volta siamo di fronte a tante belle parole ma a ben poca sostanza. Come Patto per la Non Autosufficienza abbiamo quindi inviato alla presidente del Consiglio Meloni una lettera per chiedere di rivedere il decreto e arrivare all’approvazione definitiva del provvedimento con una riforma diversa, in grado di incidere concretamente sulla vita di 10 milioni di persone.
Al momento manca un vero progetto per il futuro dell’assistenza agli anziani non autosufficienti e questo ci spaventa molto, perché nel nostro Paese saranno sempre di più gli uomini e le donne che si troveranno in questa condizione e tra di loro quelli che dovranno convivere anche con la demenza.
Insieme alle altre organizzazioni del Patto continueremo a far sentire la nostra voce per ottenere la riforma che serve. Ancora una volta non lasceremo sole le persone con demenza e le loro famiglie”.
Il testo completo della lettera inviata alla presidente del Consiglio è disponibile a questo link.
Federazione Alzheimer Italia, rappresentante unico per l’Italia di Alzheimer’s Disease International (ADI), è la maggiore organizzazione nazionale non profit dedicata alla promozione della ricerca scientifica sulle cause, la cura e l’assistenza per la malattia di Alzheimer e la demenza, al supporto dei malati e dei loro familiari, alla tutela dei loro diritti, alla partecipazione alla programmazione della politica sanitario-sociale. Riunisce e coordina 45 associazioni locali che si occupano di demenza. Lo slogan della Federazione “La forza di non essere soli” descrive la sua volontà e la necessità di creare un’alleanza che impegni istituzioni, medici, operatori sanitari e sociali, associazioni di malati e carer a lavorare insieme con un unico obiettivo: “migliorare la qualità di vita delle persone con demenza e delle loro famiglie”.
In 30 anni di storia, la Federazione ha creato e sviluppato numerosi servizi e progetti: la help line Pronto Alzheimer; consulenze gratuite di tipo sociale, psicologico, legale, di terapia occupazionale; corsi di formazione per familiari, volontari, operatori sociosanitari. Dal 2016 è attivo il progetto “Comunità Amiche delle Persone con Demenza”: un’iniziativa sociale che al momento coinvolge 52 città italiane e che punta a mettere al centro la persona con demenza e la sua famiglia, combattendo lo stigma e l’esclusione sociale. |