Pinterest: potere alle immagini e all’immaginazione

Claudia Balbi –

I social network sono una vera e propria miniera di informazioni per i ricercatori di marketing. Le aziende si affidano sempre più ad essi tenendo conto che ogni canale ha una sua funzione specifica:Facebook rimane il numero uno tra i social impiegati dalla grande distribuzione e l’ultimo nato, Pinterest, è ottimo per le aziende (e organizzazioni ndr) che hanno un target prettamente femminile.

Un’azienda su due ormai è social, lo afferma una ricerca condotta dall’Osservatorio Iulm sui social media in 720 aziende italiane. L’utilizzo dei canali sociali interessa ormai il 49,9% delle imprese, rispetto al 32,5% di un anno fa, di queste il 71% ha scelto di promuovere la propria attività su Facebook che risulta essere il re dei social network, il più utilizzato dal totale delle aziende.
Ma i social network non sono tutti uguali.

Facebook, il padre di tutti i social, è uno strumento camaleontico, si adatta bene alle esigenze di aziende di tutte le dimensioni che operano in vari settori: è il canale preferenziale del settore moda e food, che ne usufruiscono per monitorare il mercato grazie alla creazione di fan page (Nutella Docet), e della GDO che l’utilizza come mezzo di promozione e di monitoraggio, le imprese di componentistica come la General Electric lo impiegano per rendere più digeribile a un pubblico vasto e non specializzato argomenti tecnici.

Twitter è una rete sociale basata sul microblogging (messaggi da 140 caratteri) dominata dai tweet di blogger e giornalisti, sono loro i principi del foro, ma nonostante ciò anche questo social può essere sfruttato nel campo del marketing, le aziende e i professionisti che aprono un account Twitter possono infatti utilizzarlo come supporto alla comunicazione istituzionale, per comunicare con giornalisti, politici e opinion maker.

LinkedIn è il social più indicato per gli studi professionali, le banche e le assicurazioni oltre che per chi si occupa di risorse umane, in quanto permette sia di allargare la clientela che di andare alla ricerca di nuove risorse professionali. Si tratta di un vero e proprio database online che offre diverse opportunità, dagli annunci su target mirati alla possibilità di estrarre database sul tipo di persone a cui si vuole inviare un messaggio.

Ma dopo aver twittato e postato, gli esperti di marketing dovranno ora imparare a “pinnare”. Infatti all’elenco dei social network più conosciuti se ne è aggiunto uno nuovo molto promettente, Pinterest, che, stando alle parole di Andrea Nicoletti pubblicate sulle pagine di Economy: “E’ cresciuto del 4 mila% nella seconda metà dell’anno scorso, raggiungendo i primi 10 milioni di visitatori più velocemente di quanto seppero fare a loro tempo Facebook e Twitter”.

pinterest

Pinterest è dunque l’ultimo nato della famiglia dei social network ma il piccoletto ha già dimostrato di avere carattere: nato nel 2008 dall’idea di tre giovani di Palo Alto (Paul SciarraEvan SharpBen Silbermann), premiato nel 2011 come migliore start up dell’anno, ad oggi conta circa 12 milioni di utenti al mondo che crescono al ritmo di 50 nuovi iscritti all’ora.

Il nome del neonato deriva dalla fusione di due termini inglesi: “Pin”, puntina da disegno e “Interest” interesse. L’utente, una volta iscrittosi, in Italia serve un invito per farlo, potrà finalmente appuntare i propri interessi sulla bacheca virtuale (“Board”) sotto forma di foto scattate col cellulare, trovate in giro nel web o sulle bacheche altrui.

L’interesse delle aziende di tutto il mondo per il nuovo social è molto forte, soprattutto negli Stati Uniti laddove sia le piccole che le grandi aziende hanno compreso appieno il suo potenziale, a testimonianza di ciò nei blog fioccano i consigli e le infografiche che descrivono le modalità per incrementare le vendite tramite l’utilizzo di Pinterest. In Italia il 2012 è l’anno del boom del social, ma al momento sono soprattutto i privati ad aver aderire al social network. Le aziende italiane invece sono ancora abbastanza reticenti.

“Con una sorpresa: ci sono le bacheche di alcuni big come Vodafone e 3 Italia, Poste e Benetton. Ma non vanno così bene come quelle di altri più piccoli (e agguerriti) brand.” – afferma Nicoletti – “motivo? Pinterest funziona ma non per tutti allo stesso modo. Innanzi tutto perché il suo pubblico è perlopiù femminile (oltre l’80 %) con reddito e istruzione medio alti ed interessi focalizzati su moda, ricette, bellezze, etc. Se questo è il target, bene, altrimenti non vale la pena di investire tempo e denaro. Secondo: è uno strumento con le sue regole ben precise (e nuove). Vince chi sa «pinnare» in bacheca una foto così bella che poi tutti fanno «re-pin»… solo allora quella foto diventa la nuova leva di marketing in mano alle aziende. Come strumento di awareness oppure come link alla pagina per acquistare il prodotto”.

Qual è la novità introdotta da Pinterest?

“Gran parte del materiale pinnato su Pinterest è legato alle aspirazioni – cosa vorrei fare, dove vorrei essere, cosa vorrei possedere,” afferma Jenny Sussin senior research analyst presso Gartner “queste sono buone informazioni per chi è interessato al marketing”.

Insomma Pinterest non solo da potere alle immagini ma anche all’immaginazione degli utenti, in tal senso questo social network è una vera e propria miniera di informazioni per i ricercatori di marketing.

 

fonte: http://www.ferpi.it/


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