La campagna dei The Jackal per ActionAid: ironica e incisiva

“Cos’è che fa più colpo sulle persone?”

“I gattini!”

“Il dolore, la sofferenza, l’Africa”.

Si apre così il video per la campagna natalizia di raccolta fondi per le adozioni a distanza di ActionAid, con dei testimonial molto seguiti sui social: i The Jackal. Non è la prima volta che ActionAid utilizza l’ironia per  veicolare messaggi umanitari. Questa, infatti, non è la prima campagna affidata ai Jackal. E qualche mese fa, vi abbiamo raccontato della campagna curata da Cane Secco, giovane e talentuoso videomaker.

A noi, la campagna dei Jackal è piaciuta molto, proviamo a spiegarvi perché.

 

Storytelling

La campagna racconta i risultati ottenuti grazie alle donazioni. In particolare la costruzione di una scuola in un determinato villaggio africano. Ed è proprio all’interno di questa scuola, che gli youtuber partenopei realizzano la clip.

Nello specifico, loro sono stati inviati lì da ActionAid a girare la “campagna umanitaria definitiva”, ma, soprattutto, hanno il compito di insegnare a bambine e bambini come ottenere più donazioni: devono essere tristi! “Voi avete un sacco di potenziale, solo che non lo sfruttate – dice Ciro a uno degli alunni della scuola -. Vi serve un social media manager, aprite una bella pagina e la chiamate Bambini neri che piangono a Natale, sai quanti like che facciamo?”.

Nello stesso dialogo, però, l’interlocutore incalza: “ma con le adozioni a distanza, ActionAid ha finanziato la nostra scuola“. Obiezione simile a quella di un’altra bambina: “perché non possiamo far vedere di essere felici, visto che andiamo a scuola?“. Insomma, la potenza della campagna sta proprio nel duplice effetto. Da un lato è ironica e divertente, dall’altro mostra i risultati ottenuti, grazie al contributo dei donatori.

Prendere in giro gli stereotipi

Dalla ragazzina, cui genitori sono stati sbranati dai leoni, fino al web, raggiungibile esclusivamente con sofferenza (o gattini), i Jackal giocano molto sugli stereotipi: dell’Africa, del non profit e dei social network. A differenza della campagna di Cane Secco, però, dove la decostruzione degli stereotipi era il punto di partenza, i Jackal li prendono in giro, fin dai primi secondi.

Il risultato, a nostro parere, è divertente e coinvolgente. Eppure, sul finale, si torna di nuovo seri. E’ infatti il momento della call-to-action. Qui i Jackal ricordano che “con meno di 1 euro al giorno, puoi donare loro (ai bambini ndr) un sorriso”.

Community

Storytelling e ironia funzionano per un motivo ben preciso: sono riconoscibili. Il registro comunicativo usato, infatti, è il tratto distintivo degli altri video dei Jackal.

Per questo motivo, ActionAid riesce ad arrivare alla loro community, senza snaturare il rapporto tra gli youtuber e i loro follower. Questo permette al messaggio di arrivare e non perdersi tra le centinaia di campagne di fundraising alle quali gli utenti di internet sono esposti nel periodo natalizio.

Se ActionAid voleva distinguersi, in positivo, secondo noi, ci è riuscita.

In bocca al lupo e buon Natale!

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