Gli Spazi ed i Luoghi dell’Innovazione Sociale

L’innovazione sociale è caratterizzata da una forte dimensione sociale e relazionale che si rispecchia necessariamente nei luoghi in cui l’innovazione sociale stessa nasce e si sviluppa.

Un crescente numero di luoghi e spazi dedicati alla sperimentazione di nuovi modelli di socializzazione e di lavoro stanno dunque emergendo: community Hubs, spazi di coworking, incubatori, fab labs. Che cosa rende questi luoghi cosi innovativi?

Le caratteristiche degli spazi di innovazione sociale

La progettazione di questi luoghi è di per sé un’innovazione sociale: le comunità di innovatori sociali rispondono ai problemi sociali emergenti (come il cambiamento delle dinamiche del mercato del lavoro, oppure l’emergere di nuovi rapporti tra professionisti ed organizzazioni) proponendo nuovi spazi nei quali scambiare esperienze ed informazioni, secondo i principi della Knowledge Economy e grazie al supporto della Digital Economy. Ecco in breve i principali elementi che caratterizzano i luoghi dell’innovazione sociale:

  1. Gli spazi di innovazione sociale devono permettere uno scambio neutrale di informazioni tra attori diversi che normalmente frequentano luoghi non interconnessi. In questo modo si aumentano le relazioni collaborative e la varietà del mix di competenze messe in campo migliora le performance innovative;
  2. Un luogo di innovazione persegue una mission il più possibile chiara, precisa e condivisa con gli stakeholder. Le esperienze di open (e social) innovation provengono “dal basso” (ovvero dagli attori che popolano questi luoghi) e sono il risultato della diversificazione delle attività e della “multivocalità” degli spazi di aggregazione di attori diversi. Chiunque decida di prenderne parte, ne condivide i valori e la missione;
  3. Al di là della natura giuridica (azienda, cooperativa, ecc.), è importante ibridare logiche profit e non profit. Se infatti l’aspetto economico (in termini di criteri di organizzazione delle attività, risultati attesi, sostenibilità, ecc.) è di primaria importanza, esso deve andare di pari passo con quello sociale, alleando i diversi utenti-contributors provenienti da comunità di pratiche (e di bisogni) molto diverse tra loro. Il ruolo ideale di uno spazio di innovazione è dare forma alle iniziative provenienti dalla comunità, sostenendone la crescita e la presentazione presso attori più istituzionali, che in alcuni casi potranno farli propri, finanziarli, co-progettarli, renderli sostenibili e replicarli su scale più ampie;
  4. L’efficacia di un luogo di innovazione è positivamente correlata al suo radicamento nell’ecosistema di riferimento. Lo spazio di innovazione crea e/o rafforza una comunità di pratiche trasversali che possono contribuire in termini di idee e competenze alla creazione o al raffinamento dei prodotti e servizi che lo spazio è chiamato a realizzare;
  5. Un luogo di innovazione può essere visto come una sorta di “centro di ricerca” (e anche di formazione) che genera conoscenze trasversali, per temi affrontati e settori interessati, di cui possono beneficiare i diversi attori dell’ecosistema. In particolare, partecipare alle attività organizzate da un luogo di innovazione può avere importanti benefici per il singolo attore di un ecosistema, anche quando queste riguardano tematiche o prototipizzazioni non pertinenti ai suoi settori di riferimento. La partecipazione alle attività messe in campo da un luogo d’innovazione può aiutare a sviluppare, accumulare e applicare alcune conoscenze codificate che possono migliorare le capabilities dell’organizzazione di provenienza contribuendo allo sviluppo di nuove idee e progetti.

I luoghi dell’innovazione sociale

Prendiamo ora in considerazione le diverse tipologie di luoghi e analizziamone le caratteristiche:

  • Terzo Luogo (Third Places) & Community Hubs: con “terzo luogo” ci si riferisce ai luoghi dove le persone trascorrono il loro tempo tra casa (primo posto) e lavoro (secondo posto). Sono luoghi dove si scambiano idee, ci si diverte e si costruiscono relazioni. Degli esempi tradizionali di terzo luogo sono le chiese, i parchi, i centri ricreativi ma anche alcuni commerci come i parrucchieri ed i bar. Poiché si tratta di spazi ibridi a servizio della comunità, soprattutto nelle grandi città molti spazi urbani si stanno organizzando proponendo questo tipo di luoghi nei quartieri popolari. Un esempio molto interessante é quello dei Community Hub di Milano, Bologna e Torino che stanno sperimentando questo modello.

COMMUNITY HUB BOLOGNA

COMMUNITY HUB MILANO

  • Un concetto un po’ similare é quello dei Living Labs, un modello operativo che definisce l’innovazione come un processo collaborativo di co-produzione e co-creazione di servizi innovativi volto a studiare la popolazione e la sua interazione con le nuove tecnologie in ambienti di vita reale. Il modello si basa sul concetto di open innovation in cui l’approccio alla ricerca prevede il coinvolgimento della comunità di utenti, non solo come soggetti osservati, ma anche come fonte della creazione, non più solo al centro dell’innovazione, ma piuttosto veri e propri “driver” del cambiamento.  L’esplorazione, la sperimentazione e la valutazione delle idee innovative rendono i living labs un ambiente esperienziale in cui gli utenti sono immersi , “vivono”, in uno spazio creativo da cui nasce la progettazione sociale e prendono vita servizi e prodotti del futuro.

TORINO LIVING LAB

  • Gli spazi di coworking: sparsi un po’ in tutt’Italia, i coworking prevedono la condivisione di spazi lavorativi tra professionisti che non fanno necessariamente parte della stessa organizzazione. In un unico ambiente si possono trovare più aziende e liberi professionisti operanti in campi anche molto lontani tra loro. Oltre ad essere un ambiente fisico, il coworking space é uno spazio mentale e un contesto relazionale che permette alle persone di condivide spazi e idee in un ambiente collaborativo e stimolante.
    Ecco qualche foto di un coworking che mi ha recentemente accolta durante il mio ultimo soggiorno a Manfredonia in provincia di Foggia (un grande grazie ai ragazzi di SmartLab!)

SMART LAB MANFREDONIA (FG)

  • Gli incubatori e acceleratori di impresa: l’incubatore è un’organizzazione che attiva il processo di creazione di nuove imprese fornendo loro una vasta gamma di servizi di supporto che includono spazi fisici, attività per lo sviluppo del business e opportunità di integrazione e networking. L’acceleratore opera nel primissimo periodo di vita dell’azienda e la supporta con servizi di mentorship e luoghi fisici dove operare, oltre ai servizi necessari alla sua crescita; è gestito principalmente da imprenditori e mentors ed è un luogo in cui si riceve assistenza per la creazione di un modello di business. Sono tipicamente le startup ad operare all’interno di questo tipo di spazi, in cui vengono accolti per un determinato periodo di incubazione/accelerazione (in genere dai 6 mesi ai 2 anni). Cito di seguito alcuni esempi di incubatori e acceleratori sociali presenti in Italia: Make a Cube (Milano) , Impact Hub Milano , Social Fare (Torino), Ashoka Italia (Roma), ReStartAlp (Premia, Verbano-Cusio-Ossola).

ASHOKA ITALIA

MAKE A CUBE

RESTARTALP

SOCIAL FARE

IMPACT HUB MILANO

  • Fab Lab & Makerspace: diminutivo di “Fabrication Lab”, il Fab Lab è nato per offrire la possibilità di conoscere, apprendere e usare gli strumenti di fabbricazione avanzata da parte del grande pubblico, in modo da fornire nuove basi e opportunità per l’innovazione e l’imprenditoria sociale anche fuori dai classici centri di ricerca. Essere un Fab Lab vuol dire non solo essere un laboratorio aperto (open lab), ma soprattutto essere parte di una comunità globale di studenti, professionisti, educatori, tecnologi, ricercatori, makers, innovatori e artisti distribuiti in oltre 30 paesi e che condividono passione, esperienza, buone pratiche e progetti. Oltre ai progetti e alle conoscenze, i Fab Lab condividono anche un set di strumenti base per la fabbricazione digitale (come ad esempio le stampanti 3D), cosicché un progetto nato e condiviso nella rete globale possa essere replicato, migliorato e modificato secondo il proprio gusto, le proprie risorse in ogni fab lab (secondo una logica open source). Questo nuovo processo di condivisione e fabbricazione locale ha dato il via a un nuovo modello produttivo distribuito e aperto in cui le informazioni ed i dati sono condivisi globalmente, incentivando così lo sviluppo di economie locali basate e di un uso più consapevole delle nostre risorse. Ecco una lista dei 10 Fablab più importanti d’Italia.

ORTO URBANO MANFREDONIA

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