Costruire la community: i gruppi Facebook per il non profit

Qualcuno li aveva mandati in pensione, forse troppo presto. Altri li avevano semplicemente rimpiazzati con le pagine. Invece i gruppi Facebook sono più vivi che mai e, sempre di più, diventano importanti per cementificare la community della vostra organizzazione non profit.

Tra i fattori che hanno dato una nuova vita a questo strumenti, infatti, c’è la possibilità, sviluppata dal network di Mark Zuckerberg, per le pagine di aprire e gestire un gruppo. Ciò ha permesso a molti community manager di fidelizzare e circoscrivere ancora di più il pubblico e aumentare l’engagement.

Se avete pensato di implementare la vostra strategia digital con uno o più gruppi Facebook, proviamo a darvi qualche consiglio.

Differenze con la pagina

La pagina Facebook rappresenta il vostro canale istituzionale social per eccellenza. In estrema sintesi, possiamo definirla con il volto pubblico che l’organizzazione mostra agli utenti di Facebook. È visibile a tutti – in particolar modo a chi vi segue – ed è indicizzata dai motori di ricerca.

Chi crede nella vostra causa, probabilmente, lascerà un like e interagirà con i vostri contenuti. Tuttavia, potrebbero esseri nicchie di utenti che chiedono qualcosa in più. Ed è a loro che dovete rivolgervi quando pensate a un gruppo. In particolare, i gruppi possono essere:

  1. Pubblici. Tutti possono partecipare e vedere chi è iscritto e cosa pubblica (scelta sconsigliata)
  2. Chiusi. Chiunque può vederne i contenuti pubblicati, ma la partecipazione attiva deve essere approvata da un amministratore.
  3. Segreti. Gli amministratori devono approvare ogni iscrizione, condizione necessaria anche per visualizzare i contenuti pubblicati all’interno.

Il nostro consiglio è associare alla vostra pagina un gruppo segreto, in modo da poter selezionare solamente una parte della vostra comunità.

Vediamo perchè.

La nicchia

I follower della vostra pagina, se avete curato bene la vostra strategia social, sono un segmento di tutti gli utenti di Facebook. Gli iscritti al gruppo, invece, sono un segmento di quel segmento. In altre parole: una nicchia.

Grazie all’introduzione degli analytics per i gruppi, avete la possibilità di monitorare i dati anagrafici e i comportamenti, così come avviene per le pagine. Ma c’è di più: potrete filtrare l’iscrizione ai partecipanti. Supponiamo che vogliate rivolgervi a una specifica fascia di età o un pubblico geograficamente localizzato. Con i gruppi potete farlo.

Potete anche vincolare l’iscrizione alla compilazione di un breve questionario o all’iscrizione alla newsletter. Insomma, tutte possibilità molto interessanti.

Il linguaggio

Come si intuisce, la caratteristica più potente di questo strumento è la capacità di differenziazione del pubblico e il suo coinvolgimento. Tutto sta nella vostra capacità di fare sentire importante chi vi segue.

Per questo motivo, il linguaggio deve essere orientato agli iscritti e non alla vostra organizzazione. Tramite la vostra pagina, vi concentrerete sullo storytelling: chi siete, cosa fate, chi sono i vostri operatori, chi sono i vostri utenti, quali sono i progetti e dove vengono investiti i fondi delle donazioni. Con i gruppi gli utenti diventano i protagonisti del racconto.

Chiedete loro dei consigli e incentivate a raccontare la loro esperienza.

Allo stesso tempo, il gruppo deve essere riconoscibile:

  • non deve avere lo stesso nome della pagina e del sito web;
  • non deve trattare gli stessi argomenti, ma entrare maggiormente nel dettaglio;
  • la descrizione deve essere chiara e intuitiva.

Valore aggiunto

Chi scegli di iscriversi al vostro gruppo (e supera la selezione) deve trovare dei contenuti diversi da quelli della pagina. Insomma, deve poter reperire un valore unico che solo pochi eletti hanno diritto ad accedere.

Può essere un video, un file (è possibile allegare dei file all’interno del gruppo), una serie di post o dei tutorial. Scegliete voi quali regalini offrire a chi partecipa. Ma soprattutto, non utilizzate i gruppi per chiedere qualcosa in cambio.

Ogni utente, quotidianamente, è bombardato da pubblicità e richieste di donazioni. Voi stessi, per conto dell’associazione per la quale operate, molto probabilmente li avete già raggiunti per chiedere un contributo. Alcuni di loro l’avranno dato, in termini di soldi o di tempo.

Ora tocca a voi dare qualcosa a loro.

Interazione e moderazione

I gruppi di Facebook sono anche un punto di incontro tra gli utenti iscritti. Possono nascere topic spontanei e forum di discussione al di là dei vostri input. Se ciò accade, significa che la vostra strategia sta funzionando.

Tuttavia, fate molta attenzione alla moderazione. Scrivete una policy dettagliata dove spiegate quali sono i comportamenti sgraditi e quali meritevoli di ban. E, soprattutto, dovete essere in grado di intervenire tempestivamente nella moderazione. Ancora di più, rispetto al community management della pagina.

In particolare:

  • vietato insultare;
  • vietato fare pubblicità.

Alcuni esempi

Nello specifico, come possiamo utilizzare i gruppi Facebook per consolidare la community delle organizzazioni non profit? Come sempre, si tratta di combinare un giusto mix di analisi e creatività. Proviamo però a darvi alcuni spunti.

  • Gruppo per i volontari: potete creare uno spazio riservato a coloro che svolgono volontariato presso la vostra associazione e per coloro che sarebbero interessati a farlo. Qui potete caricare foto, video e invitare i partecipanti a condividere idee ed esperienze. E perché no, coinvolgere qualche amico e parente a partecipare. In pratica, una prima porta di ingresso per chi vorrebbe partecipare, ma è ancora indeciso.
  • Gruppo per i donatori abituali: potete utilizzarlo per fornire loro contenuti esclusivi come codici sconto o video e dirette interamente pensati per loro.
  • Formazione: utilizzate questo spazio per fare tutoraggio online per i vostri corsi online o per creare un confronto al termine di un evento in aula.

Ovviamente, anche per i gruppi Facebook, vale la stessa regola di tutte le altre strategie social: fissate degli obiettivi e monitorate i risultati. Tale strategia deve integrarsi con i vostri altri comportamenti online e deve essere coerente con la vostra presenza sul social. Siete sempre in tempo per correggere e aggiustare il tiro.

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