Contro la crisi vincono i regali buoni

– Alice Cannone –

Probabilmente tutto è nato perché, all’ennesimo giro del vaso cinese passato di mano in mano a tutti i parenti costretti anche a fingere stupore, ci si è stancati dei regali riciclati. O probabilmente perché, mai come in questo periodo che si sente sempre più forte il mantra del “viviamo in un epoca in cui abbiamo tutto, anche il superfluo”.

E qualcuno doveva pur far capire a zia Assunta che i suoi maglioni non li ha mai indossati nessuno. Fatto sta che sono sempre più le famiglie in Italia che si affidano al non profit per mettere sotto l’albero dei regali belli e veramente utili.

Nonostante tutti i buoni propositi di mettersi a dieta, una volta finite le feste, i chili di troppo diventano  socialmente responsabili: per i classici cesti natalizi pieni di leccornie, infatti, sta diventando una prassi sempre più diffusa quella di rivolgersi alle aziende che cercano di rendere produttivi i terreni strappati alla mafia.

Ma non solo: si è trovato il giusto compromesso capace di conciliare la (più o meno) latente voglia di acquisti che si scatena in modo febbricitante a ridosso del Natale, con il desiderio di poter fare del bene.

E se Catone ebbe a dire: “Compra non l’occorrente, ma l’indispensabile; il superfluo è caro anche a pagarlo un soldo”, molte aziende hanno pensato di rendere i loro prodotti se non meno caro, almeno più “generosi”.  Sono molte infatti le realtà che hanno infatti deciso di devolvere il ricavato di vendite di capi  e di accessori ad hoc a progetti benefici. Ad esempio, con l’acquisto di una Tommy Hilfiger blu, edizione limitata, 100 euro andranno in sostegno all’associazione Breast Health International.

A favore della Fondazione Veronesi si schiera invece Trussardi: il ricavato della vendita della collezione “Travel details” sarà devoluto a sostegno di un progetto di ricerca che indagherà le proprietà terapeutiche della curcuma. Ma non solo: Moschino, Gucci, Bulgari sono altre delle grande aziende che hanno legato la parola “lusso” alle tematiche del sociale.

Infine per gli animi meno legati al “lèche-vitrine”, le proposte solidali viaggiano nell’etere, per trasformarsi poi in aiuti concreti. Si va infatti dagli “AltriAuguri” di ActionAid alla “Lista dei desideri” di Save the Children, ai “Regali per la vita” di UNICEF, ai “Superegali” di Terre des Hommes.

Perché certe strenne possono essere davvero un sostegno al quotidiano lavoro delle comunità più povere del mondo.

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